Prendete una giornata primaverile, ma non ancora troppo calda; aggiungeteci i turisti che dopo il disgelo tornano a San Pietroburgo per vivere lo spettacolo delle notti bianche, quindi completate con la voglia di fare qualcosa di diverso, qualcosa di autenticamente russo e lontano dalle folle: non vi resta che provare la banja!
Ma di cosa si tratta? Per semplificare diremo che la banja consta per lo più di una sauna, una vasca di acqua fredda e un'area in cui rilassarsi ma, se state immaginando eleganti saloni spa con le luci soffuse, vi sbagliate: la banja è in realtà simile ad un bagno pubblico, e più che un luogo è un'esperienza, che potrà inizialmente scioccarvi ma che non potrà non piacervi da morire. Un tempo si trattava di un rito ed ancora oggi è per molti un'abitudine: il clima incostante ha portato un principio di raffreddore? Niente medicine, meglio la banja. Voglia di fare due chiacchiere con un amico? Al posto dei soliti club, c'è la banja. La pelle non splende e incombe un appuntamento? Al bando le creme costose, evviva i vapori della banja!
È dunque giunto il momento di uscire di casa con ciabatte e asciugamano nella borsa; come sa bene chiunque abbia camminato per le vie di Pietroburgo, localizzare il luogo desiderato non è sempre facile; nel caso della banja, il problema è dovuto forse al fatto di aspettarsi stabilimenti termali in stile Bormio, mentre è probabile che, se vi trovate davanti una minuscola porticina senza insegne o un grigio edificio con l'aria di un sanatorio non ristrutturato, siate già nel posto giusto. Ora, dopo aver pagato un ingresso da circa 5 euro, con aumenti di prezzi - e di folla- nel weekend (specialmente il sabato), potete dare inizio a quello che in Italia si chiama “percorso relax”, declinato in salsa russa.
Innanzitutto, abbandonate la vergogna: qui si circola nudi, e anche gli spogliatoi in qualche caso sono “open air”, sebbene divisi per sesso. Verosimilmente vi ritroverete perciò in un ingresso con comuni panche per appoggiarsi, eventualmente completate da separé; nei casi migliori avrete degli stanzini simili a camerini. Estraete quindi ciabatte e asciugamano (che a volte è possibile noleggiare o acquistare in loco) e, se lo avete, un copricapo per proteggere la testa; in Russia ne usano uno di feltro abbastanza buffo, di frequente venduto negli stabilimenti, così come i prodotti da bagno, per lo più molto semplici e naturali. La cosa migliore e più russa che potreste fare è, in effetti, portarvi da casa del miele o del caffè, fantastici per massaggi e scrub. Se comunque non resistete all'idea di comprare qualcosa, puntate sul ramo di betulla: va immersa in acqua fredda per farla rinvenire e poi usata per frustarsi al caldo della sauna, dove la pianta sprigiona aromi e proprietà benefiche. Dire quali mi sarebbe onestamente difficile, ma potete provare per credere.
Torniamo dunque al decalogo dell'italiano inesperto nella banja: prima di iniziare il percorso ricordatevi di depositare i gioielli (per non farli fondere insieme a voi!), tenendo conto che spesso non esistono armadietti chiusi a chiave, ma solo la possibilità di lasciare al bancone gli oggetti preziosi. Ora siete davvero pronti a godervi un paio d'ore nel vostro reparto: avete capito bene, diversamente dalle nostre saune o terme gli uomini russi stanno separati dalle donne, e non di rado ci sono ulteriori divisioni di reparti per categoria: quelle “normali” offrono servizi basici, arredamenti spartani e grandi aree comuni, quelle “lusso” (ad un prezzo maggiore) sono in genere più riservate e hanno varie comodità. Io consiglio di stare nel mezzo, ovvero nei reparti dove l'ingresso costa attorno ai 500 rubli e dove potrete usufruire di uno spazio confortevole ma senza troppi fronzoli: a mio parere, divani di finta pelle e tv al plasma tradiscono il vero spirito della banja, nonché il suo vero divertimento. Volete mettere poter spiare nel sacchetto appoggiato sulla panca quali prodotti di bellezza usano le meravigliose ragazze russe? Oppure cercare di capire come mai gli uomini russi resistono il triplo di voi nella sauna e poi riescono anche a buttarsi addosso secchi di acqua gelida?
A proposito, se i lettori maschi avessero storto il naso di fronte all'idea di trascorrere un pomeriggio tra i vapori, chiariamo che la banja non è concepita come un ritrovo da donne, ma come un luogo adatto per rinvigorirsi e anche per ritrovarsi a bere una birra nei bar interni agli stabilimenti, dove pure le coppie possono fare una pausa a due. L'alternativa per le coppie che desiderano restare insieme durante tutto il percorso sarebbe prenotare uno scompartimento privato nei bagni più equipaggiati, anche se questo toglie certamente qualcosa alla classica esperienza della banja: oggi, dopo anni dal mio primo shock nell'area comune di uno stabilimento periferico, dove mi fecero togliere mio malgrado la tenuta “all'europea”, con tanto di costume e persino cuffia, mentre un gatto che girava nello spogliatoio mi guardava perplesso, le saune degli hotel a cinque stelle continuano a non convincermi: senza dubbio sono posti più analoghi ai nostri standard, ma anche di gran lunga più anonimi.
Se dunque vi trovate a San Pietroburgo potreste piuttosto provare i Bateninskie bani, che hanno cinque sedi, diverse tra loro (ad esempio, lo stabilimento Smolenskie ha un comparto privato che lavora 24 ore su 24, lo stabilimento Kruglye offre un servizio parrucchiere, e così via). Si entra con un biglietto dai 300 ai 1000 rubli circa ma, prima di fare progetti, controllate gli orari dei vari scompartimenti: il loro giorno di chiusura è variabile (http://batbani.ru/bateninskie-bani, in russo).
Molto noti a Pietroburgo sono poi anche i centralissimi Jamskie Bani (ulitsa Dostoevskogo 9, http://www.yamskie.ru/, in russo): si tratta di un grande stabilimento a più piani, con prezzi analoghi ai Bateninskie, che offre servizi come la possibilità di prenotare massaggi.
Se ancora non credete che questa vera esperienza russa possa essere piuttosto divertente, non vi resta che guardare il film “Ironija sudby, ili s legkim parom!”, un grande classico del Natale sovietico. A proposito, “S legkim parom” è l'augurio che circola fuori dall'ingresso della banja: “che il vapore ti sia lieve!”.
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