Con il nostro blog vogliamo uscire dai confini di questo grande paese che è la Russia per parlarvi di terre lontane. L'“Uomo che viaggia” è una persona che abbiamo incontrato in Italia; è una persona che vive nella semplice quotidianità della vita ma che ogni tanto, presa da qualche sogno, si lascia andare in qualche viaggioVogliamo solamente divulgare le sue parole, le sue esperienze, i suoi vissuti, e lasciare che il lettore stesso, tragga le sue conclusioni.

Uzbekistan

L’Uzbekistan non è certo tra le mete turistiche più comuni tuttavia ricorda qualcosa che tutti conoscono: Marco Polo e la via della seta. Qual è stata la prima impressione che ha avuto nel visitare la città millenaria di Buhara, Khiva e della capitale Tashkent? Come sono oggi i commercianti che un tempo trattavano merci preziose che venivano dalla Cina?

La via, o per meglio dire, le vie della seta sono ormai fantasmi dell'osmosi che correva nell'antichità tra il Mediterraneo, l'Asia Orientale e l'India. E quindi anche le loro un tempo opulente città-caravanserraglio sono ombre perdute nella steppa. Certo, alcuni centri maggiori, come quelli da Lei elencati, sono tuttora vivi, ma grazie alla piccola industria e al piccolo commercio locale. Diverso è il caso di Samarcanda, che credo il governo voglia rendere, per la sua storia e per il fascino esotico che il nome suscita, culla dell'identità nazionale uzbeka. In generale, credo che un viaggio in Uzbekistan possa essere, più che altrove, un'avventura da archeologi in cerca di leggendarie città invisibili e/o una riflessione sul senso dell'agire umano, sul trascorrere del tempo e le nemesi della storia. O altro ancora. Ognuno ha propri motivi che lo spingono a viaggiare.

Verso la prima metà dell’ottocento, il poeta Giacomo Leopardi scrisse il “Canto notturno di un pastore errante dell’Asia Centrale”; crede che sia ancora attuale poter pensare a considerazioni simili? Pensa che Leopardi si sarebbe affascinato nel perdersi tra queste terre?

Credo di sì, anche se il vagheggiamento del naufragio metafisico nell'infinito quale suggerito dalle colline e dalle siepi marchigiane è diverso dal perdersi tra i turbini e le sabbie della steppa. Dolce il primo e aspro il secondo. Fascinosi entrambi. L'uno invita alla meditazione, l'altro costringe alla lotta. Devo poi aggiungere, chiosando le Sue considerazioni sul canto notturno, che il tempo scorre anche nell'Asia Centrale, sia pure con ritmi diversi, propri alle sue realtà. Come è ovvio, le tradizioni sono più radicate nei villaggi che a Tashkent, metropoli con ampi e lunghi viali d'ispirazione parigina e che vanta l'unica metropolitana dell'Asia Centrale. Ma in ogni luogo e in ogni tempo esiste chi s'interroga sulla natura, sulla vita e sul loro inesauribile cangiarsi, e non son pochi gli scienziati e i filosofi nati e formatisi in quello che oggi è l'Uzbekistan ad aver contribuito, nel corso dei secoli, alla cultura mondiale.

Uzbekistan

Il suo viaggio in comitiva è stato organizzato da un’agenzia. Qual è il ricordo più particolare dei trasferimenti in autobus e come si è trovato negli alberghi?

Gli alberghi sono buoni, il servizio puntuale e il personale competente e disponibile. Mi ricordo il profumo di una rosa offertami a Shakhrisabz, il cielo blu cobalto e il vasto silenzio della steppa, la dritta e sconnessa rotabile che l'attraversa con le sue improbabili case da tè, i saxaul mossi dal vento, le brulle pendici dei monti Zeravshan. Mi ricordo di come ogni insediamento umano sia apparso, venendo dal deserto, un'isola che tenti di proteggersi dall'incombere del vuoto circostante. Ora, però, sembra che le cose stiano cambiando.

Probabilmente nell’immaginario collettivo un uzbeko dovrebbe essere molto diverso rispetto un italiano e forse per un viaggiatore, potrebbe essere interessante cercare di vedere negli occhi di un vecchio... Cosa pensa che vaghi nei suoi pensieri?

Esattemente quello che vaga nei pensieri di ogni altro vecchio: lo scetticismo più o meno palese per le novità e il ricordo dei bei tempi passati, ossia il rimpianto della giovinezza perduta; le preoccupazioni quotidiane su come sbarcare il lunario e così via. Gli uomini, in generale, hanno tutti le medesime cure, declinate ovviamente secondo i casi della cultura in cui sono nati ed educati. Chi viaggia può così constatare come a una medesima preoccupazione siano date risposte diverse, o come un problema da affrontare e risolvere in un caso non sia ancora sentito come tale in un altro. I Romani avevano sentito dire che a oriente, nel paese dei Seri, da dove proveniva la seta, Venere non conduceva alla follia nè Marte alla guerra. A loro volta i Cinesi credevano che in una città dell'ovest governassero funzionari-filosofi. Nella percezione reciproca, i guai dell'uno non esistevano per l'altro e ciascuno aveva attribuito alla controparte la realizzazione delle proprie speranze.

Uzbekistan

In breve, quale è  l’attuale situazione politico – economica del paese e il rapporto con la Russia?

L'Uzbekistan è letteralmente un paese in via di sviluppo, politicamente inserito nella SCO. Il flusso degli investimenti esteri mi è sembrato in crescita; investimenti cinesi e soprattutto russi, data la natura del rapporto con la Russia. Le ricordo che gli zar hanno introdotto in Asia Centrale i concetti europei di stato, diritto ed economia, e cercato d'integrare strutturalmente la regione col resto dell'impero, cioè di ammodernarla, se detto così è più comprensibile. La Russia sovietica ha poi seguito questa strada e creato lo stato uzbeko. La Russia è così tradizionalmente percepita come un punto di riferimento per lo sviluppo civile e il progresso economico, nonchè come il garante della stabilità politica interna, anche se quest'ultimo aspetto potrebbe turbare i custodi dell'indipendenza.


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(per gentile concessione della foto dell'anziano uzbeko di Fergana)