Ecco di seguito riportata l’intervista al tenore Davide Fior e al baritono Giovanni Guerini, a seguito della fantastica tournee dello scorso novembre, ideata e organizzata da Fabio Pirola in collaborazione con Alexander Listratov e con la cappella musicale barocca “Il Secolo d’oro”.

Musica classica

Il repertorio del primo concerto a Mosca era dedicato esclusivamente ad autori bergamaschi ed in particolare alla riscoperta di brani poco conosciuti, mentre quello degli altri tre concerti riguardava autori del rinascimento italiano. Dei brani proposti in questo tour quale veste di più la vostra sensibilità artistica? 

D: Sì, ricordiamo che la musica proposta nei quattro concerti era molto variegata, si andava dal primo rinascimento fino a inizio ‘800, attraversando molti diversi stili compositivi compresi. E' stato molto affascinante sorvolare questo spicchio di storia della musica e se cercando di rispondere alla domanda ripenso al piacere che ho avuto a cantare le singole composizioni, non ne trovo che non mi abbiano dato almeno una soddisfazione. Forse posso confessare una predilezione per Frescobaldi.

G: La mia sensibilità artistica è direttamente proporzionale alla curiosità di fare cose nuove e di farle con gruppi nuovi cercando di curare il risultato al meglio possibile.

I concerti si sono tenuti in spazi molto diversi tra di loro: nella Cattedrale dell' Immacolata Concezione di Mosca, in un museo all' interno del monastero ortodosso di Zvenigorod, nel Palazzo di Tauride di San Pietroburgo e nella sala filarmonica della città di Gorki. Dove siete stati più a vostro agio e in generale come avete sentito il pubblico russo?

D: Siamo sempre stati accolti con molto calore e stima in tutti e quattro i concerti. Con piacere ricordo che abbiamo sempre destato interesse, forse aiutati da un repertorio poco conosciuto al pubblico russo. E' stata particolare l'esperienza a Zvenigorod, l'atmosfera molto racchiusa ha permesso di avere uno stretto contatto tra noi e il pubblico, che per altro si è prolungato altrettanto piacevolmente in un "dopoconcerto" che sapeva quasi di familiarità.

G: Mi sono sentito a mio agio in tutti gli appuntamenti. Un punto in più lo darei però al museo di Zvenigorod. Pubblico e musicisti sono stati di grande calore, cosa rara in genere...

Nei trasferimenti interni per i vari concerti avete avuto modo di provare i mezzi locali (treno, metropolitana, autobus, taxi...) a diretto contatto con la classe media russa. Come è stato questo tipo di esperienza e qual è la principale differenza che avete avvertito tra la città di Mosca e San Pietroburgo?

D: Come ho accennato ai colleghi russi prima di lasciarli e far ritorno, in questa tournée ho avuto un assaggio di Russia che mi ha stuzzicato l'appetito. Mi si sono aperte tante domande su un popolo che non conoscevo affatto se non per sentito dire, e che mi ha riservato molte sorprese. Che posso aggiungere? Vorrei condividere ancora un po' di tempo col popolo russo. Sulla differenza tra Mosca e San Pietroburgo posso dire di aver avuto l'impressione di essere in due diversi Paesi, non tanto per le differenze architettoniche e urbanistiche, quanto per i volti che si incontravano per strada.

La danza di Matisse

G: Innanzitutto ringrazio Fabio per avermi fatto da accompagnatore a Mosca, città dove da solo non mi sarei mosso nemmemo di un metro! Con lui tutto è stato facile! A San Pietroburgo mi è sembrato tutto più semplice aiutato anche dalle scritte occidentali. Tra Mosca e San Pietroburgo ho notato differenze notevoli, meno frenesia e piu' "occidentalità" a San Pietroburgo mentre a Mosca era tutto piu' "freddo" e distante.

In queste occasioni avete collaborato con i solisti della cappella musicale barocca "Il secolo d'oro" di Alexander Listratov. Come vi siete trovati a eseguire rarità del repertorio italiano accompagnati da artisti russi?

D: Artisti russi preparatissimi e grandi conoscitori del repertorio italiano. Come piccolo inciso possiamo ricordare il legame speciale tra Russia e Italia, che ha portato molti artisti italiani in Russia, soprattutto nel periodo in cui sono state composte le musiche eseguite. E' stato tutto immediato, naturale, c'è stata intesa da subito.

G: Decisamente bene sia in senso artistico che in quello personale!

Qual è il ricordo più particolare e significativo di questa esperienza?

D: Direi la dimensione umana che ho vissuto con tutti, dalla preziosa compagnia dell'amico e baritono Giovanni Guerini, alla collaborazione con i musicisti russi, fino alla condivisione per qualche giorno della quotidianità russa. A questo proposito ringrazio ancora Fabio Pirola, che oltre al grande impegno per l'organizzazione dei concerti, ci è stato vicino e ha reso più facile e bello il nostro soggiorno.

G: Nessun ricordo particolare ma la gioia di aver lavorato con artisti di grande competenza e di umana generosità ai quali va un forte abbraccio ed un grazie di cuore.